martedì 2 marzo 2010

Bianco, nero, abbronzato, pallido. Di che colore vuoi essere?



Sole caldo e bastardo. Leggera brezza.
Silenzio, qualche auto in lontananza.
Faccio partire i Massive Attack, rigorosamente in cuffia.

Ci copriamo sempre di ridicolo noi umani. Siamo gente strana e spesso il nostro colore parla al postro nostro. Ormai e' un anno che vivo dall'altre parte del mondo e una delle cose che mi ha stupito di piu' e' quella che vi sto per raccontare.

Appena arrivato, sotto il caldo sole Thai, il mio primo pensiero e' stato "abbronzatura". Sono diventato nero come un marocchino nel giro di una settimana. Impegno e costanza, birra e sigaretta, asciugamano e olio. Il mio nuovo colore mi piaceva. Mi piaceva forse di piu' l'idea che le persone mi guardassero come uno che era gia' un bel po' che se la godeva in spiaggia. Stupidi pensieri come al solito. Ma nel giro di pochi mesi, vivendo, parlando, leggendo mi sono reso conto che stavo facendo la figura del pirla, tanto per cambiare. Perche'? Bhe' dall'altra parte del mondo non e' l'abbronzatura che piace, anzi, non piace per niente.

Stupore.

In questo paradiso della normalita' e' la pelle bianca a vincere. Qui, il colore biano latte non e' considerato come da noi malaticcio, ma al contrario e' considerato elegante, regale, pulito, affascinante. Alle donne Thailandesi piace essere bianche latte, in televisone passano spot di donne bianchissime quasi trasparenti, le super star sono quasi tutte molto bianche, e io ero un carboncino. E mi piacevo. Insomma, tutta la fatica e la costanza, che per una volta nella vita avevo avuto, mi viene distrutta nel giro di pochi mesi. Ma non ne ero ancora molto convinto, quindi sono passato al contrattacco. Abbronzo la mia donna thai, lancio una nuova moda, scatta la rivoluzione.

E' stata una guerra, con mezzi trucchetti ho tentato di farle superare la soglia dell'ora sotto il sole, da.."facciamo il morto in acqua?" a.." vieni, andiamo a cercare un po di conchiglie che facciamo una collana", uno stratega con un obbiettivo chiaro e preciso, ma ben presto la guerra e' stata persa e la mia rivoluzione si e' trasformata in una Waterloo thailandese. E mi sono sentito ancora piu' pirla. La sera comunque si copriva di borotalco.. e io di crema, si ma quella per le ustioni.

Leggendo la storia di questo splendido popolo me ne sono fatto una ragione e col tempo, sono stato io ad effettuare l'ennesimo cambiamento dentro la mia folle testa. Adesso sono color naturale, come mamma mi ha fatto, non bianco perche' non lo potrei mai essere, ma natuarale, abbronzato dal sole che prendo nel tragitto per fare la spesa, da quello che prendo mentre nuoto o mentre mi godo il tramonto con la mia inseparabile birra Chang. E mi ritorna in mente.. tutto il tempo perso sdraiato sull'asciugamano in toscana, la sofferenza, il caldo, il mal di testa, la puzza d'olio, le mani appicicaticcie.. per un colore che non e' il mio e che ben presto avrei perso. Per non parlare dei soldi spesi in lampade, e quel triste risultato faccia nera corpo bianco. Mio Dio, che brutto che ero. Sembravo montato con corpi diversi.

Piu' passa il tempo e piu' la vita che facevo in Italia mi sembra piena di inutilita', stupide manie, paranoie da grande schermo, rincoglionimento da tubo catodico che sono felice veder scomparire giorno dopo giorno. E poi lo chiamano terzo mondo.

Ma siamo proprio sicuri che questo sia il terzo mondo?


Un saluto dal Pompiere che ha ritrovato il suo colore.
In diretta dall'isola che non c'e'.

1 commento:

  1. Bello e divertente.
    Bravo.
    Ma gaurda il mio ragazzo come sta a migliorà in italiano...
    :-))

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