domenica 15 agosto 2010

Ma se ...

Lungomare in motorino.
Giornata di sole, fa molto caldo.

Dopo una mattinata trascorsa al mare, davanti a koh Ma, una bella nuotata e due coconuts sotto le palme decidiamo di correre a prepararci due bei piattoni di spaghettini con il pomodoro, tonno, olive e capperi. La fame si fa sentire, il cuoco e l'apprendista rispondono.
In sella al nostro motorino ci mettiamo sulla via di casa e come nostro solito andiamo molto lenti! Diciamo che superiamo di rado i 40-50km orari proprio per ammirare il panorama, scovare piccoli negozi utili alla nostro quotidiano ed ovviamente prevenire incidenti stradali che qui, come in molte altre localita' turistiche sono molto frequenti, purtroppo.
Percorrendo il lungo mare qualcosa di insolito, ma neanche troppo, all'orizzonte. Un motorino bianco con sopra un uomo di carnagione scura, capelli lunghi e pettorina da taxi driver arancione oscilla da una parte all'altra della strada. Ha un grosso secchio bianco in una mano. Tenta invano di compiere un inversione a "U" ma pare un impresa epica, continua a tornare nello stesso punto. Rallentiamo. Lui continua nei suoi tentativi di inversione tragicomica, rallentiamo ancora, lungi da me l'idea di superarlo. Procediamo in silenzio dietro di lui ad una distanza di almeno 150 metri muniti gia' di pop-corn e coca cola sghignazzando.

Tre le ipostesi.

A- E' ubriaco
B- Il secchio e' pieno di piombo
C- Sta scaldando le gomme in vista del Gp di Valencia

Poi, come d'incanto ce la fa. Inversione di marcia bestemmiando e inveendo contro tutti, con il suo secchio bianco in una mano e l'accelleratore nell'altra. Svolta mettendo giu' il piede per controbilanciare una caduta che sembrava inevitabile. Un miracolo, l'intera curva sud si infiamma e gioisce in un boato dopo il suo capolavoro. E finalmente lo vediamo anche in faccia, incaxxato come una iena infama anche un po' noi che sghignazzando continuamo il nostro viaggio! Peccato, spettacolo finito, e anche oggi e' andata bene!
Ma se .. il secchio l'avesse messo sulla pedana del motorino..?

Il pompiere. In diretta dall'Isola che non c'e', con affetto
A.

Rientro.

E' l'alba. Silenzio.
Aroma di caffe'. Mare a perdita d'occhio.

Il viaggio di rientro si e' svolto senza nessun intoppo, arrivato a Phuket sono stato assalito fuori dall'aereoporto da migliaia di tassisti privati che mi proponevano il ritorno a KohPhangan a cifre impossibili per un pompiere, ma fortunatamente per me avevo gia' programmato il rientro, quindi, fermata del bus statale e ritorno a casa. Ho viaggiato fino a Surat con un minibus bianco con una scritta verde in thai sulla fiancata molto comodo e veloce, a Surat sono arrivato verso le 18 e mi sono persino goduto una festa del paese nella zona del porto mentre aspettavo il mio amato night boat. Bancarelle di ogni genere, e soprattutto tanto cibo. Alle 22.30 mi sono imbarcato sul night boat e sono rientrato a casa.
In totale da Phuket a Koh Phangan ho speso 450 bat. 150 il minibus bianco con scritta verde thai e 300 di battello notturno. Mi sono concesso anche un piccolo shopping a Surat dove con 120 bat mi sono comprato un bel tagliere nuovo, veramente molto tosto!
La mattina alle 8 ero gia' a casa, dopo una bella colazione, una nuotata e un po' di coccole mi sono rimesso a letto in pace e stanco morto.
Finalmente a casa, il pompiere vi saluta.
a.

mercoledì 4 agosto 2010

Visto turistico a KualaLumpur.

Rumore di passi, un freddo glaciale.
Odori di detersivo, dolori sparsi ovunque.

Sono le 8 di mattina e mi sveglio con ancora il sorrisino beffardo dell'Australiano che mi ha visto stramazzare all'ottavo round. Ovviamente ho dormito vestito, mi faccio una doccia e mi precipito a fare una bella colazione. Appena uscito da chinatown mi fermo in un piccolo negozietto indiano dove un caffe' in tazza grande e un muffin al cioccolato mi costano meno di 50 centesimi. Direi che il caffe' non era niente male, sigaretta del buongiorno e via sul taxi destinazione 206 Jalam Ampang, ovvero, consolato thai.

Tutto si svolge con una semplicita' disarmante. Arrivo munito di fototessera a colori e passaporto, all'entrata mi viene consegnato il modulo per la richiesta visto che compilo, prendo il numerino e aspetto. Dopo circa una ventina di minuti e' il mio turno, consegno il tutto e mi ridanno il numero con un altro piccolo foglio da consegnare il giorno dopo per riavere il passaporto con il visto. Dovro' ripresentarmi alle 14e30 del giorno dopo. Fine.
Ho quindi una mattinata e un pomeriggio per dedicarmi alla ricerca del volo di rientro e perche' no, un piccolo shopping! A pochi passi da chinatown c'e' il Central Market, un centro commerciale
che al piano terreno offre principalmente prodotti asiatici ed indiani. Perso nei mille colori delle stoffe e nei luccichii delle statue dorate e d'argento impiego cosi il mio pomeriggio. Prenoto anche il volo di rientro che mi costa circa 260euro alla AirAsia in central Station e per chiudere in bellezza in un super negozio di cd e dvd mi compro la prima serie di "My name is Earl" e una serie di action movie da riguardarmi sull'Isola che non c'e'. Unica nota dolente e' che non trovo un volo per Koh Samui perche' tutti pieni, mi accontentero' di volare fino a Phuket poi d li solita tratta in bus, ma ormai sono abituato!

Cena da Huang, in piena chinatown, riso bianco, pollo in agrodolce, due birre grandi e una zuppa di verdure 26ring, ovvero 7euro piu' o meno..e ho deciso tra 3 mesi torno a Kuala Lumpur mi manca ancora tutta la parte moderna da visitare e mi sembra un ottima meta per ingannare l'attesa del visto. Bene, per oggi e' tutto, ci risentiamo dall'Isola che non c'e'!

con affetto,
a.

lunedì 12 luglio 2010

Italia - Australia 0-3

Borsa in camera, doccia fresca.
Profumo di Albicocca e cocco, un mix di suoni lontani.

E' calata la sera in un attimo a Kuala Lumpur. Dopo una giornata a spasso per bancarelle e' giunta l'ora della cena, e mai come adesso ne ho bisogno. Decido di mangiare McDonalds, rapido, economico e di qualita' costante in tutto il mondo! In realta' sono troppo stanco per cercare un ristorante che mi invogli a sedermi. Il solito doppio Cheeseburger maxi con Coca-Cola e poi destinazione Raggae Bar. Sono venuto a conoscenza del locale tramite un volantino, visto che adoro Bob Marley.. perche' non provarlo, in piu' in tutti i miei viaggi ho sempre trovato un raggae bar, quindi testiamolo!

Musica raggae, estetica molto curata, Bob ovunque e una marea di stranieri come contorno gia' mi invogliano ad una sana bevuta. Devo ammettere che la scelta delle birre alla spina e' molto povera ma l'ambiente compensa. Musica alta e un bel posto libero al bancone tra, suppongo, un indiano e un omone americano che poi scopriro' essere australiano. Alla tv fronte bancone le partite di calcio dei pulcini! Interessante, non avevo mai visto le riprese in tv dei giovanissimi mentre giocano al pallone e a fondo sala diversi tavoli da biliardo.

Ormai sono due anni che viaggio da solo e ho scoperto che se hai voglia di fare due chiacchere per sbollire un po' la tensione o la malinconia di casa che ogni tanto ti prende non c'e' miglior posto di un bancone di un bar. L'omone australiano si e' rivelato essere anche un ottima compagnia per la serata, stazza molto massiccia, un viso con i lineamenti molto simili a Mel Gibson e un sorriso che mi ha invogliato a presentarmi con la seconda media tra le mani. Io in cerca del mio primo visto turistico, lui in vacanza con la moglie e in pieno scazzo. Lei in albergo e lui al bancone, bhe' aveva senz'altro piu' lui da raccontare! Ad essere sincero non ho capito molto quello che mi raccontava visto l'inglese stretto e pieno di slang ma e' cominciata una sorta di patita a suon di birra, un sollevamento pesi al boccale che mi ha ucciso.
Mi dispiace deludervi ma l'Australia batte Italia al sollevamento del boccale 3a0. Non c'e' stata storia, l'australiano mi ha ucciso anche se ho tenuto duro. Sono caduto all'ottava media e in stato di nirvana alcolico ho raggiunto in stato confusionale la mia camera monoletto dove sono stramazzato sul letto vestito, tanto per cambiare. E inizio a sentire gia' la mancanza della mia tranuilla isoletta immersa nello splendido mare blu thailandese.

Adoro viaggiare, queste esperienze mi stanno riempiendo l'anima non solo d'alcol, fortunatamente! Ma la voglia di tornare dalla mia scricciola nel mio piccolo paradiso si fa sentire sempre e comunque appena passano le prime 48 ore di distanza. Quindi, vestito, abbonzato sul letto vi lascio e domani vado a fare il mio primo visto turistico e speriamo me lo concedano, altrimenti canoa e bombole da sub come da progetto!

Un saluto dal pompiere sollevatore scarsissimo di boccali di birra,
in diretta dall'alcolica Kuala Lumpur.

a.

Kuala Lumpur, chinatown.

E' stato semplicissimo trovare una guesthouse in chinatown, io per la mia prima esperienza a KL ho scelto un Orange Point, ovvero una catena di alberghi con un ottima qualita' prezzo. Camere pulite, tv aria condizionata, letto singolo e bagno decoroso. Perfino troppo per le mie esigenze.

Chinatown, un intrecciarsi di vie coperte da una spettacolare tettoia per riparare venditori e clienti dai frequenti temporali monsonici estivi, migliaia di bancarelle che offrono qualsiasi tipo di merce, dalla maglietta alle creme, dal the' alle valigie compresi migliaia di piccoli ristoranti. Splendida. Non ci sono altre parole per descrivere questa Chinatown con la C maiuscola. Non aspettatevi di fare "affari" con i cinesi, non siate cosi arroganti da pensare di poterci guadagnare. Guardate, contrattate il miglior prezzo limitando i danni delle vostre compre, ma non pensate minimante di averli "fregati", qui, sono loro come sempre a guadagnarci. Il mio consiglio e'
quello di comprare il meno possibile, tanto sia le scarpe che le valigie hanno una durata ormai famosa in tutto il mondo! Limitatevi alle magliette o ai cd tarocchi, ottima qualita' a prezzi bassi se contrattati con la giusta tecnica!

Da annotare in chinatown il Raggae Bar, musica di Bob Marley, birra e bibite ghiacciate e un atmosfera che consiglio di provare dopo le 23 di sera. Facile conoscere viaggiatori come me, o semplici amanti del take it easy Jamaicano. Dall'altra parte della strada il Lota Raya, un centro commerciale che offre una sala giochi in cui sono rimasto almeno per 5 ore, con tutti i video game che ricordano l'infanzia anni '90! Da Street Fighter a Mortal Combat, sembra di tornare in dietro nel tempo, gestita da due anziani signori Cinesi, molto caratteristici e simpatici!

E' la seconda volta che vengo in Malesia e devo ammettere che inizia a piacermi sempre di piu'. E' multietnica, le persone sono molto piu' amichevoli che in Thailandia e non ci sono continui tentativi di fregatura tipicamente thai. E poi, impagabile il rispetto che si respira nei confronti di qualsiasi etnia, cosa aime' ancora molto distante in Thailandia. Sara' forse per la religione, per la cultura o forse semplicemente sono meno arroganti. E' inevitabile per me sognarmi a vivere in Malesia. Le persone parlano tutte un fluente Inglese e mostrano conoscenza del mondo che li circonda e in piu' a me sembra anche piu' economica. Chissa'.. e' arrivato il momento di cambiare isola? Mi prendero' il giusto tempo per rifletterci, nel frattempo mi godo i miei involtini primavera da Choung mentre guardo questo fiume umano divertirsi a fare shopping nella szplendida Chinatown di Kuala Lumpur.

a.

domenica 4 luglio 2010

Veros Kuala Lumpur.


E' notte, e' da poco passata la tempesta.
Il profumo di pioggia e il suono del mare resistono alla mattina che incalza.
In cuffia, Reggio la rabbia Esplose, canti anarchici.

Sono diversi giorni che pianifico il viaggio per stampare il mio primo visto turistico sul passaporto. Ci sono diverse opzioni per potersi assicurare due o tre mesi tranquilli in Thailandia, io ho scelto Kuala Lumpur per diversi motivi. Non ci sono mai stato, il primo piu' ovvio e poi sono sempre stato affascinato da quelle due torri che vedevo sempre come raffigurazione di Kuala Lumpur e ci sarebbe anche una localita' poco distante con un immenso allevamento di farfalle. Vediamo se riusciro' a fare tutto in tre giorno, al massimo quattro.

Bene, detto fatto. Memore del mio ultimo straziante viaggio in Mini-bus con trattamento Vip per Penang, questa volta mi reco in un agenzia e mi compro un bel biglietto aereo per la mia prossima meta. Prezzo, 4200 bat solo andata. Inquietante, ma e' cosi. Con la richiesta visto turistico non e' mai certa la via del ritorno. Se mi va male, vorra' dire che tornero' in canoa con le bombole da sub per passare la frontiera e riabbracciare la mia futura mogliettina. Mai perdersi d'animo! E sono pronto.

Nel mio zainetto, spazzolino, dentifricio, una maglietta, ciabatte, passaporto(eh bhe'!) e una foto della mia scricciola. Sveglia alle 6, taxi alle 6e30 direzione porto. Devo ammetere che sono in uno stato pietoso, abitiato a svegliarmi alla dodici l'una questa sveglia mattiniera mi ha distrutto. Ma sulla barca ho modo di dormire altri 30 minuti, a Ko Samui dormo altri 20 minuti per arrivare all'aereoporto e all'aereoporto mi schiaccio un pisolo fino alle 11 in attesa del volo. Io sono in grado di dormire ovunque, qundo ero piccolo mia madre mi ha raccontato che mi addormentavo perfino in piedi sul tram! La facevo morire dal ridere! E' proprio vero, ho un corpo che non ha regole, solo necessita'. E quando necessita' non chiede mai il permesso, agisce! E io dormo!

Alle 11 parte finalmente il mio super aereo doppia elica in lega nere. Un aereo molto sportivo, durante il viaggio, dormo. Ovvio direi. Al mio fianco un uomo Inglese, anche lui dorme. Atterriamo con qualche problemino visto il sordo botto che ha fatto la fusoliera una volta toccato il terreno, ma al di la' di quello niente di particolare da aggiungere. Esco dall'aereoporto e mi rendo conto di avere il primo imprevisto. Sono distante da Kuala Lumpur e di parecchio. Mi serve un taxi, e dove vado poi? Gia', non ho controllato dov'e' l'ambasciata Thai per il visto. Ma di una cosa sono certo, per spendere poco, in tutto il mondo si dorme a Chinatown. Questa e' una regola, e io la seguo sempre. Ho visto piu' Chinatown io di un cinese. Ci vivevo perfino a MIlano.

Quindi salgo sul taxi, tariffa standard 40 ring per Chinatown e ingaggio una piacevole discussione con il malese tassista che scopro essere dell Sri-Lanka. Siccome avevo un caro amico di origini SriLankesi.. ci facciamo compagnia e ci raccontiamo la nostra vita. Un uomo simpatico sulla settantina d'anni. Guida molto prudente su una macchina effettivamente molto vecchia ma molto pulita e profumata. Lui di fede islamica, io agnostico ma lo seguo a ruota anche su discorsi filo-religiosi. Mi invento di aver abbracciato da poco il corano, mi lascia infatti il biglietto da visita nel caso avessi intenzione di.. approfondire.

Entriamo a Kuala Lumpur, bhe' notevole. Molto bella, certo non e' Singapore ma ha il suo fascino e non vedo l'ora di scendere per cercare un alberghetto e posare lo zaino. Quando ci fermiamo davanti alla porta di Chinatown e' inevitabile il mio WOW. Porta enorme rossa con megaschermo apre su Chinatown, migliaia di bancarelle, negozi e piccoli alberghi. Sono un uomo morto! Io amo le bancarelle. Saluto il mio amico tassista e mentre entro in Chinatown cestino il biglietto da visita. E' il momento di conoscere Kuala Lumpur in versione cinese, via! Si parte!



Saluti dal Pompiere, in diretta da Chinatown, Kuala Lumpur.
Presto nuovi aggiornamenti.

giovedì 1 luglio 2010

Repubblica delle banane?


E' sera, vento fresco.
Musica Chill, profumo di soffritto, sono all'opera.

Pur vivendo dall'altra parte del mondo, pur avendo scelto di scappare da quel sistema che mi stava imprigionando la mente e pur avendo promesso di non fare mai riferimento in questo blog ad episodi di cronaca e politica non riesco proprio a sottrarmi dallo scrivere un piccolo post e una piccola riflessione su quello che la mia amata Italia sta passando. Tutto suona assurdo, tutto e' ai confini della realta'. Non voglio entrare nel merito degli schieramenti politici, non voglio parlare di comunisti e fascisti (anche se di fascisti in Italia secondo me adesso come adesso non c'e' ne' nemmeno l'ombra) voglio semplicemente descrivere il senso di repulsione che le notizie di questi giorni provocano in me. Ho letto del processo di Dell'Utri, e mi sono vergognato di essere italiano. Gia' provo vergogna per il governo, che ci regala figure di merda internazionali e in piu' leggo della condanna, che verra' sicuramente ridotta in cassazione a 5 anni, ad uno dei due testoni che fondo' Forza Italia, nome tra l'altro rubato allo slogan della vecchia DC.

Associazione Mafiosa.

Se l'Italia fosse un paese normale, Marcello Dell’Utri oggi si troverebbe in carcere, settore: detenuti per mafia. Poiché, invece, l’Italia è nelle condizioni che conosciamo, il mafioso Marcello Dell’Utri, riconosciuto tale di nuovo pure dalla Corte di appello di Palermo, continua a sedere in Parlamento. Ma scendiamo nei particolari.

Marcello dell'Utri e' stato un mafioso fino al 92, dopodiche' .. santificato a politico. E fino al 92 pare logico che finanzio' Silvio, e che quest'ultimo con codesti quattrini ci apri' Milano 2 e tre reti televisive regalandoci donne nude a go-go. Aspetta, ma di e' stato giudicato "l'onorevole"?
A certificare per l’ennesima volta la mafiosità di Dell’Utri è stato un collegio giudicante che tutto poteva sembrare tranne una corte marziale: un presidente il cui figlio ha ricevuto un importante incarico fiduciario dal sindaco di Palermo, compagno di partito di Dell’Utri; un giudice già corresponsabile dell’erronea assoluzione di Giulio Andreotti per fatti di mafia per i quali l’ex presidente del consiglio è stato poi definitivamente riconosciuto responsabile; l’altro giudice che, a dire dei suoi precedenti, deve aver vissuto con fastidio la lunghezza della camera di consiglio finale.

Con la sentenza, prendiamo atto, tutti quanti, dell'alto tasso di mafiosita' del nostro parlamento.

Ecco, allora, che il certificato di mafiosità confermato in capo a Marcello Dell’Utri deve servire per riprendere ed approfondire l’analisi sulla nascita, nel sangue delle stragi mafiose del 1992 e del 1993, della cosiddetta seconda Repubblica. Si potrebbe dimostrare di essere un Paese civile consentendo, senza l’adozione di misure legislative filomafiose e criminogene, ai magistrati delle Procure di Palermo, Caltanissetta e Firenze di lavorare con serietà e serenità all’individuazione dei mandanti finora a volto coperto di quelle stragi e dei responsabili di quella criminale trattativa sviluppatasi a quel tempo fra Cosa Nostra e pezzi dello Stato. E che la sentenza di oggi serva anche alla più alta Magistratura del paese per assumere consapevolezza della drammaticità dell’organico abbraccio fra settori dominanti della politica e organizzazioni criminali e per non abdicare al proprio ruolo quando sarà chiamata a vagliare la promulgazione di atti normativi votati da favoreggiatori della mafia come Salvatore Cuffaro, da camorristi come Nicola Cosentino e da un Parlamento in cui la maggioranza è guidata da un partito il cui ispiratore è il mafioso Marcello Dell’Utri e il cui riferimento ideale e politico si chiama Vittorio Mangano.

Vittorio Mangano, pluriomicida che sciolse persone nell'acido, morto in carcere e' stato definito un EROE da Marcello Dell'Utri.

Le reazioni di Bossi che defini' un mafioso Berlusconi nel 98 sono sconcertanti. Dice testuali parole "ma non era mica un mafioso quando e' entrato in politica".
L'UDC si cela nel silenzio.
E Alfano? Ma certo Alfano si ingegna e progetta un estensione del suo squallido lodo. Uno scudo, io lo definirei piu' un paraculo che uno scudo, a difesa dei ministri, intoccabili anche con processi iniziati prima della carriera. Che dire?

Che ne pensate se ci piazzassimo Riina in parlamento? Tanto, con l'estensione e' salvo anche lui se viene fatto ministro. Ma dove siamo arrivati?
Una repubblica delle Banane? Non scherziamo, questa e' la Repubblica dell Lupara che scrive decreti a suon di pizzini.

Baciamo le mani.

In diretta dall'Isola che non c'e', un pompiere con i coglioni girati.
Sempre con il cuore,
a.

lunedì 28 giugno 2010

Quando arriva la tempesta io corro in mare.


Sono da poco le 18.00
Vento e pioggia, profumo di mare.
Solo il rumore della tempesta.

In cuffia John Lennon, Imagine.
Sono giorni di silenzio, di pioggia e di forte vento sull'isola che non c'e'. Sono giorni in cui la calma si fonde col silenzio accompagnata dal lento ticchettare della pioggia, Sono giorni in cui mi godo ancora di piu' questa splendida spiaggia, vuota, silenziosa, persa nel vuoto di un mondo che da tempo non mi piace piu'. Vago senza meta passeggiando da solo con i miei cagnetti al seguito. Mi siedo e guardo il mare. Un mare per il quale non trovo aggettivi abbastanza belli per descriverlo. Sulla battigia conchiglie e tronchi d'albero caduti per l'erosione del mare mi regalano una fotografia della spiaggia molto selvaggia, splendide panchine naturali che entrano nel mare, una natura da sogno. E poi, il temporale. E oggi, come non mai l'ho aspettato. Da lontano il cielo lentamente si colora di nero, come se fosse dipinto ad acquarelli, il vento soffia crescendo, i riflessi sul mare spariscono e l'acqua si colora di scuro e profondo blu. E' tempo di finire la mia sigaretta, alzarmi dall'hamaca e godermelo a pieno. Le prime gocce fredde sulla pelle sono un autentica goduria, brivi e una leggera emozione mi prende al cuore. Inizio a togliermi la maglietta. E poi con violenza, arriva. Il vento si alza improvvisamente, quasi mi porta via. L'odore del mare mi riempie e la pioggia inizia a cadere sempre piu' forte. Prendo la rincorsa e mi butto. L'acqua e' calda mentre fuori la tempesta si abbatte sulle palafitte. Se mi immmergo completamente vedo la pioggia cadere nel mare come tanti piccoli proiettili e il caldo delle correnti mi avvolge. Mi prenderanno per pazzo. Mentre tutti chiudono le finestre io mi godo anche questo. Ingordo di esperienze ho deciso di non farmene mancare piu' nessuna. Lentamente la teempesta mi passa sopra, la luce scende e la pioggia cessa di cadere. Un languorino si fa sentire, e' il momento di uscire e cucinare. E cosi' sia, dopo la tempesta, un bell'uragano di spaghetti e poi il mio morbido letto.

E un altro giorno se ne va, sull'isola che non c'e'.

Sempre con il cuore.
Il pompiere, in diretta dall'Isola che non c'e'.

domenica 20 giugno 2010

Mondiali in diretta dall'Isola che non c'e'.



Tutti i blog che si rispettino hanno scritto un post sui mondiali, e potevo mancare io? L'unico pompiere al mondo che e' riuscito a salvare solo se stesso non si tirera' certo indietro davanti a questa manifestazione che riempie tv, giornali e web di articoli e filmati.

Fuori sole tra le nuvole, caldo.
Spiaggia deserta come al solito e quindi silenzio rotto solo dal rumore del mare.
Uno strado odorino di pattume, ma le pulizie le facciamo domani, oggi gioca l'Italia. Sciopero.

Sono da poco le 14, dopo una passeggiatina sul mare, dopo aver comprato il pane e fatto un paio di sorrisini alla commessa del negozio molto carina e dopo un bel panino iper farcito mi ritrovo qui, a fare previsioni. No, no! Non sulla partita. Quest'anno i mondiali mi sembrano particolarmente divertenti, combattutti senza squadre materasso e soprattutto mi sto godendo come non mai la disfatta francese. Ah, come godo. Una gioia in piu' da mettere nella lista dei pro di quest'anno. In piu' sono un pessimo commentatore di partite, sono troppo di parte. Ma devo ammattere che il mio inizio non e' stato dei migliori.

Erano da poco le 19, sull'isola che non c'e'. Nella palafitta vista mare eravamo tutti in attesa del grande inizio, dopo quattro anni di attesa. Preparativi iniziati nel pomeriggio con compre di tutti i generi, compreso boccione da 5 litri di rosso nel magico shop del centro, involtini primavera, pesto alla genovese in barattolo, olio per la mia lampada e ciabattine nuove (c'entra una sega la ciabatta, ma vale la pena ricordarla!). Cosi' disposti, tre tuccke' a muro, 4 formiche a centro letto, 2 umani mezze punte in punta al letto e televisore thai unico attaccante. Volume alto, stappo il boccione e mi bevo il primo calice con la mia scricciola raccontandole quanto questa manifestazione sportiva sia importante per noi selvaggi europei. Le parlo della magnifica nazionale che vinse 4 anni fa, e di quanti in tutto il mondo siano seduti adesso come me e lei davanti alla tv, ad aspettare la cerimonia di inizio. Non sembra esaltata, ma con il secondo calice anche lei entra in clima partita e partono le scommesse. Io punto 200 bat sul Sud Africa da buon paraculo, inutile spiegarvi il perche'. Ma c'e' tempo anche per affettare il salame e bere ancora. E ancora.

Finalmente le 20. Pochi minuti e si parte, tutta la squadra della A.c. Palafitta e' gia' bella alticcia.
Ma sull'isola che non c'e', niente puo' essere come prima. In pochi secondi un forte vento si alza e ci obbliga a chiudere le finestre e poi, colpo di scena.

Buio totale.

Proprio cosi, rimaniamo tutti in formazione, immobili, con i bicchieri di vino in mano a lume di candela davanti al nostro attaccante silenzioso. Scuro. Il temporale in arrivo da Samui ci ha fottuti tutti, abbiamo perso a tavolino. L'elettricita' tornera' poi alle 23. Ma ormai e' troppo tardi, il boccione di vino dimezzato e le due mezze punte impegnatissime in un altra manifestazione sportiva e non meno piacevole non potevano certo curarsi dell'esito della prima partita con mega show iniziale. E' stato comunque un grande inizio dei mondiali, diciamocelo pure, molto sudato!

Nei giorni successivi non ci siamo persi nemmeno una partita, scommettiamo come due pazzi e per il momento la scricciola e' in vantaggio di due vittorie, quindi le devo 400b. Ma stasera c'e' Italia-New Zeland. Non si accettano scommesse. Preparativi come da inizio mondiale, boccione di vino, involtini primavera e formaggio. Niente ciabattine e olio. Non sono mica un collezionista.
In piu' ho il salame piccante e i broccoli per farmi antipasto e pasta con i broccoli. Stessa formazione di sempre, siamo abitudinari, io mi sento molto il Trapattoni della A.c palafitta. E adesso avrete capito anche che genere di previsioni sto cercando di fare, giusto?

Temporale o non temporale? Si ma stasera, se l'attacante si oscura di nuovo mi seniterete dall'Italia anche senza il blog. Quindi sappiatelo, se vedrete l'arrivo di Dio non e' la fine del mondo, e' il pompiere che non vede l'Italia e lo chiama a rapporto per confidargli il proprio malessere.
E adesso che vinca il migliore.

In diretta dall'Isola che non c'e', il pompiere meteorologo.
Sempre con il cuore, vi saluta.
a.

mercoledì 9 giugno 2010

Convivere con me stesso.



Sono le 6e25 di mattina, il cielo si colora.
Vento fresco, profumo di mare.
In cuffia minimal progressive. Il ritmo lento accompagna meglio l'alba.

Certo, non posso sempre proporre un siparietto simpatico di quello che vivo sull'isola che non c'e'. Non sono mica un clown, sono un pompiere. E c'e' un aspetto di questa avventura sull'isola dei miei sogni che ancora non avevo descritto. E' pur vero che l'inizio di queto diario e' solo un infarinatura generale delle mie esperienze, raccontate in breve e con il sorriso e che presto tornero' a scrivere e raccontare quello che piu' mi e' rimasto dentro sia prima che durante il grande sogno.
Ma questa notte ho la necessita' di mostrare un lato meno simpatico, il confronto piu' duro e difficile da superare i primi tempi. Me stesso.

Per quanto possa essere magica l'avventura che vivo, ogni giorno da sette mesi o forse piu' vivo in completa solitudine. Non sento la necessita' di socializzare, di fare amicizie e di condividere la mia vita con nessuna delle persone che incontro. Non mi presento ai vicini di casa e quando lo fanno loro quasi mi spaventano! Ho degli amici di cena, di festa, niente di piu'. Sono stato invitato persino a fare yoga, ma non e' il mio genere. Preferico starmene per i fatti miei, una volta ero un compagnone di prima categoria, adesso e' come se la necessita' sia ben altra. Ho voglia di guardarmi dentro. Spesso stare seduti in riva al mare mi riporta indietro, nel bene e nel male. Rivivo ricordi sbiaditi, vecchi amori, vecchi dolori, gioie, sciocchezze, follie, momenti magici, riascolto parole, rivedo sguardi, sapori e odori del tempo passato. Rivivo vecchie idee, vecchie figure di merda, paure, timidezze, scoperte.. Ridacchio da solo in riva al mare e ogni tanto mi commuovo. E' come guardare un film. E il tempo che mi sembra volato fino ad adesso magicamente riprende la sua consistenza, questi 31 anni tornano ad essere anni e non secondi.
Vedo i miei cambiamenti. Vedo come e' mutato il mio pensiero grazie alle esperienze e sono tante le volte in cui mi prendo in giro da solo. Sono legatissimo ai ricordi piu' antichi e non riesco a spingermi prima dei sei anni.

Quindi perche' non scrivere i ricordi piu' remoti?

Tutte sembra iniziare a Nerviano, l'anno della prima elementare. Da poco trasferiti nella grigia provincia milanese, abitavamo al settimo piano di un palazzone grigio come tanti e il vetro della finestra della cucina si rompeva sempre quando c'era troppo vento. Mia madre lavorava in un negozio di lampadari e mio padre era da poco entrato alla Snam. Il lavoro che sognava e che forse ci avrebbe concesso di sopravvivere nell'Italia degli anni 80. Mia madre aveva un pelliccia bianca morbidissima e lei era bellissima, ma la pelliccia era enorme!
Mi ricordo mio padre seduto in salotto, guardavamo il Drive Inn e mi diceva "guarda quante tettone!", mi ricordo un campetto da calcio sotto il palazzo con le porte senza le reti, i primi mortaretti a capodanno lanciati per strada mentre mi teneva in braccio al balcone, e mia madre che si incazzava! La mamma aveva dei maglioni di lana grossa e profumava sempre di buono. Aveva anche tanti anelli. I fuochi d'artificio che si vedevano dal balcone sopra Rho. La mia cameretta, con una spalliera fatta in legno da mio nonno Salvatore e il mio letto. L'albero di Natale nella mia camera e quei regali frutto di tanti sacrifici. Solo adesso ho capito perche' ai miei piaceva tanto il caffe' con il latte la sera. Il cielo e' sempre grigio in tutti quei ricordi e non e' cambiato nemmeno adesso. E mi ricordo il culo che mi fecero a casa quando scoprirono che le vagonate di macchinine che avevo non me le avevano prestate.. Il mio camion dei pompieri telecomandato con il filo, sognato e chiesto migliaia di volte. Mi ricordo persino la vetrina di quel negozio di giocattoli dove per la prima volta forse ho sognato di fare il pompiere.

L'opel Ascona di mio padre senza la portiera, gia', aveva una portiera molto sportiva fatta di scotch. Nello, il mio amico del cuore..e la signora vecchia che mi teneva il pomeriggio, forse si chiamava Tina, quanta cioccolata mangiavo da lei. E il carnevale, con i vestiti che mi cuciva mia madre e mia nonna Mara. E poi mia zia Barbara, la sorella di mia madre che forse all'epoca aveva 17 anni che era venuta da Livorno per tenermi il pomeriggio che mi firmava le note al posto di mia madre...si perche' gia' alle elementari qualche rottura di palle non mancava a scuola. AH! certo, ci sarebbe anche qualche flash dell'asilo con un bambino che mi mordeva sempre! Poi il bambino e' rotolato giu' dallo scivolo, dalla parte delle scale. Seguire i consigli di papa', sempre. Poi tante immagini.. alcune talmente sfumate che sono persino difficili da descrivere.

Come vorrei per un attimo tornare in quella casa e rivedere la mia famiglia, mi basterebbero anche solo 5 minuti, solo 5. Se avessi tra le mani la lampada di Aladino questo sarebbe il mio primo desiderio, fanculo la Ferrari. E forse e' per questo che li scrivo qui.. cerco di renderli immortali, i capelli bianchi avanzano e non vorrei che la memoria iniziasse a farmi perdere i ricordi. E sembrera' strano, quando te li ritrovi davanti non sono sempre facili da rivedere..

E poi c'e' il lato oscuro dei ricordi, quelli che fanno male, gli errori gravi, le cattiverie e i pentimenti che ti assalgono anche dopo tanti anni. Sembravano dimenticati ma quando il tempo si dilata tornano fuori e si fanno sentire come appena vissuti. Ma quelli non sono da scrivere, sono da capire, e sara' una strada lunga ed in salita'. Spero di avere il tempo ...basta. Il drama-blog lo rimandiamo alla prossima stagione.

Comunque, tiriamo le somme. Isola o no sono le 7e39 di mattina, la mia ragazza russicchia e io non riesco a dormire. Sono a Nerviano con la testa e stasera mi e' presa cosi. Quindi mi stappo una birra e mi siedo sul divano con mio padre, mi guardo le tettone e quando sara' il momento chiudero'gli occhi e mi lascero' andare ai sogni.

Il pompiere un po' psicologo e un po' pescatore vi saluta.
In diretta dall'Isola che non c'e'. Sempre con il cuore.
a.

martedì 8 giugno 2010

Dedicate alla nonna piu' dolce del mondo, arselle.

Sole caldo, vento forte.
Portatile sulle gambe, in cuffia "I'm Having a Relapse" Eminem.
L'hamaca ondeggia con la testa a ritmo hip hop.

Sull'isola che non c'e' una piacevole scoperta ha completato una delle giornate piu' spensierate e rilassanti della mia permanenza, un tuffo nel passato. Seduto sulla splendida spiaggia bianca, tra un tuffo e un altro, tra una pennica e una sigaretta affondando le mani nella sabbia guardando il mare piatto e turchese ho sentito qualcosa tra le dita, una conchiglietta, ma non una qualsiasi, un arsella. Non ci credevo.

Il frutto di mare che piu' e' stato costante nella mia infanzia. Un salto inietro..Toscana, tirrenia, mia nonna Iliana e mio nonno Salvatore, il bagno dell'aereonautica, la cabina, la pesca, il mangiare preparato la sera prima, la borsa frigo blu, i miei sandali neri, il calore dei miei nonni che adesso mi guardano da lassu'. E ancora, la casa di Livorno al quartiere "ovo sodo", la tavola apparecchiata con i tovaglioli di cotone, il boccione da 2 litri di vino rosso, la cucinetta con mia nonna ai fornelli, la tv sempre accesa sulla rai, mio nonno che affettava il pane toscano, il mio bicchiere con vino diluito con l'acqua per non farmi ubriacare a 9 anni ma per farmi sentire grande, le braciole con il sugo rosso, il mega piatto di pasta e la pesca con lo zucchero. E la mia camera, con le foto di mio padre, ammazzato due anni prima. Tutto in una conchiglia, sembra quasi un segno, un gioco del destino. Tutto cosi lontano, tutto cosi vicino.

Le arselle. Squisito frutto di mare.

Bhe' se ne ho trovata una ce ne saranno anche altre. Affondo le mani ed e' magia. Quattro, cinque in due manate di sabbia, incredibile. Corro a casa chiamo la mia ragazza eccitato come un bambino e corriamo sulla spiaggia e iniziamo a raccoglierle. Ma e' dura con le mani, c'e' bisogno di un idea.
Torno al volo in casa mi guardo in giro e prendo lo scolapasta e il contenitore delle posate e mi precipito dal mio scricciolo. E iniziamo a setacciare il bagnasciuga..raccontandoci un po delle nostre infanzie. Ci siamo divertiti come due bambini, lei mezza vestita nell'acqua mi sembrava un angelo caduto in mare, la luce delle cinque di pomeriggio completava l'opera. Alle sette di sera ne avevamo gia' piu' di un kilo! Torniamo a casa con il sole che si immerge nell'oceano alle nostre spalle e decidiamo di mangiarcele con gli spaghetti. Le cuciniamo, le sgusciamo una ad una e poi soffritto aglio, olio e un pochino di menta con il peperoncino. Non avevamo il basilico purtroppo.. ma il risulatato e' stato ottimo. A pancia piena ci siamo addormetati con le mani al sapore di arsella ma felici. Basta poco, mio nonno me lo diceva sempre, per essere felici..

Un saluto dal pompiere con lo scolapasta in spalla.
In diretta dall'isola che non c'e'.

lunedì 31 maggio 2010

E' il momento di tornare alla religione.


Tutto e' nato in una notte colma di parole con un mio caro amico via Skype, 4 ore di chiacchere. Un vecchio compagno di collegio con cui ho vissuto un anno al San Francesco. Una persona adorabile che mi sopporta.
Lui ha scelto di dare la propria vita alla chiesa, io gia' lo sapevo e gli ho chiesto di sposarmi (nel senso di sposare me e la mia ragazza!!) il giorno che sarei tornato in Italia. Ma in 4 ore ci siamo divertiti anche a giocare e scherzare sulla sua scelta ..e anche sulla mia, la mia sara' il prossimo post. Questo e' quello che e' nato tra una battuta e l'altra tra me e un futuro prete adorabile. Lui non sapeva che durante la chiaccherata sul mio monitor Wiki e siti vari mi fornivano i forconi per inseguirlo.. in cerca di un dubbio che in lui e' stato impossibile trovare.


Un quadratino pixelato con "il buon amico" in videochiamata.
Notte serena, profumo di birra.
Panida russicchia al mio fianco, io rivivo felice episodi remoti, ma mai dimenticati.

Qui di seguito la strategia e gran parte di quello che gli ho detto per muovere dubbi nella sua scelta.. la sua strategia sta nelle risposte..saranno nel prossimo post.

Fin dall'inizio della nostra storia sul pianeta terra abbiamo sempre amato il sole, lo abbiamo venerato. Ti devo spiegare il perche'? non penso..
Abbiamo amato le stelle, gli abbiamo dato un nome, divise in costellazioni e le abbiamo venerate, sempre. Le abbiamo personalizzate dandogli forme umane o di animali, abbiamo inventato storie e mitologia immaginando i loro movimenti, i loro percorsi e le loro gesta divine.

Il sole, dava vita. Il sole divenne il creatore invisibile. Ovvero Dio. Al centro delle costellazioni.
Le 12 costellazioni erano il viaggio di Dio, tappe rappresentate con figure ricorrenti in quel periodo dell'anno. Esempio.. Aquarius, portatore delle piogge di primavera, romantico no?etc etc

iniziamo con l'originale, forse.

Egitto, Horus il dio sole. Set il buio. Horus sorgeva battendo Set e viceversa. Il bene sul male, banale.
Si, ma ancora oggi e' presente tra noi.
Horus e' nato il 25 dicembre dalla vergine Isis-Meri.
La sua nascita fu accompagnata dalla stella dell'est che i re seguirono per conoscere il loro salvatore e per portargli dei regali. A 12 anni era gia' un prodigo insegnante.
A 30 anni venne battezzato da Anup e da li suo ministero inizio'.
Aveva 12 discepoli e compiva miracoli come la guarigione di malati e camminava sulle acque.
Veniva chiamato La Luce, L'agnello di Dio,Il buon Pastore..e molti altri nomi.
Dopo essere stato tradito da Typhon venne crocefisso, sepolto e poi risorto dopo 3 giorni.
Ti ricorda nulla?

Da qui in poi inizia lo show. A man bassa le generazioni e le civilta' a venire presero e ...

Grecia.Attis, divinita' Frigia nato da una vergine il 25 Dicembre.
Resto della vita uguale ad Horus. Crocefisso, morto e risorto.

India. Krishna,Nato da una vergine Devaki, 25 dicembre, stella dell'est, miracoli, crocefisso e risorto in 3 giorni.

Grecia, Dionisio. nato dalla vergine anche lui il 25 dicembre, era un insegnante viaggiatore che faceva i miracoli, in particolare trasformava l'acqua in vino. Croce e resurrezione compresa.

Persia, Mitra. nato da una vergine Devaki, 25 dicembre, 12 discepoli, miracoli, seppellito e risorto in 3 giorni. Giorno sacro la domenica.

Il bello e' che ce ne sono a dozzine con lo stesso percorso creativo, creativo!? Ops, perdonami.

Salivahana, Bermuda.
Odino, Scandinavia.
Indra, Tibet
Bali, Afganistan
Jao, nepal
Thammuz, Siria
Alcides, Tebe.
Beddru, Giappone
Thor il figlio di odino... se non sbaglio i Galli.
Gentaut, Messico
Fochi e Tien, China.
Adone, grecia
Prometeo, Caucaso
Mahomet (o Mahomud e' uguale), ARABIA.
e almeno altri 12.. pero' mi sono rotto le palle di scopiazzarli.

e indovinate un po anche chi?

Eh si, proprio lui. Gesu'.

Vogliamo chiederci il perche' , nascevano tutti da ste povere vergini sfortunate,stella con re e discepoli? facevano miracoli, morivano ma generalmente venivano ammazzati e poi risorgevano?

Semplice astrologia, Sirio il 24-25, la stella piu' luminosa si allineava alle tre stelle della cintura di orione. Chiamate anche i tre re. Queste 4 stelle indicano il punto in cui sorgera' il sole." Dio."
Maria, costellazione della Vergine, che poteva venir raffigurata anche con una donna con del grano. simbolo antico della costellazione la M(ovvio non questo tipo di M). Maria, madre di Gesu', Maya madre di Buddah etc ect
Tutto il resto viaggia di pari passo, e' inutile descriverlo. In piu' la croce e' un simbolo pagano .. era il centro dello zodiaco. Il centro delle costellazioni che venivano messe una dopo l'altra sul perimetro di un cerchio con al centro del cerchio il sole.disegnato con una corce. Motivo per cui gesu' viene raffigurato nell'antichita' sempre con la testa al centro della croce, in quanto e' il sole.

Quindi io sono arrivato alla cosiderazione e suppongo che ormai anche tu sia d'accordo che leggere l'oroscopo e' come andare a messa. O no? In realta' i nostri profeti migliori lavorano con Vanna Marchi ed e' vero che dedichiamo poco spazio alla religione, basta pensare che l'oroscopo sui quotidiani e' grande una mezzapagina per 12 segni.

Siamo dei pessimi fedeli, e' arrivato il momento di cambiare.

Amen.

Che ne dici "buon amico", non ti sembro pronto al sacro rito del matrimonio?

venerdì 28 maggio 2010

Cartellino rosso, uno stile di vita.



E' notte sull'isola che non c'e'.
Vento fresco, nuvole e qualche goccia di pioggia.
Parole sconosciute ed incomprensibili escono dalla tv e mi regalano un sottofondo thai al cento per cento.

Nelle ultime settimane le sfortune non sono state poche e fortunatamente piccole, ma era assurdo pensare che il fato fosse sazio. Lontano da internet e senza il mio adorato Apple le giornate trascorrevano e finivano quasi sempre lasciandomi un senso di insoddisfazione. Mi mancava il web, mi mancava Facebook, Skype e tutti i piccoli utensili che mi consentivano di rimanere "collegato" alla mia vecchia vita ed ai miei lontani amici, lontani solo fisicamente. Ho deciso quindi di prendere in prestito ogni tanto il pc di un mio amico thai, che si e' offerto gentilmente di condividerlo la sera con me, detto fatto avevo il Pc collegato in camera.
E qui la sorpresa.

Prima un occhio alla Gazza, poi Corriere e poi deciso dal tenermi il meglio per il finale, Facebbook. Inserisco la mail, la password e qui la sorpresa, amara. Parole scritte in rosso che solo a leggerle ti fanno girare le palle. Riprovo, inserisco la mail, la password e ancora la solita scritta. No, non e' un errore. Parla con me Faccialibro.

"Questo account e' stato disattivato"

Vado a controllare la mail e qui la la triste scoperta. Mail del team di Facebook che recita le testuali parole:
"Your account has been suspended because we have received reports that your account could be in violation of our Statement of Rights and Responsibilities. If you believe you were disabled by mistake, please reply to this email with a scanned image or digital picture of a government-issued ID (e.g., driver’s license, passport, etc.) and make sure the following information is clear: - Full name - Date of birth - Photo , Fred User Operations Facebook"

Sotto c'era un altra trentina di righe che vi risparmio. In poche parole ho violato delle regole e mi chiedono la copia dei miei documenti per iniziare la trafila della riattivazione, non certa.
Ci sono rimasto di pietra. Non preoccupato, perche' tutti gli amici erano amici "reali" non digitali, quindi familiari, compagni di liceo, compagni di piazza e nottate, vecchie fiamme e quindi conoscendo tutti i loro nomi non mi sarebbe risultato difficile ricontattarli.. ma cancellato cosi' senza avvisi mi ha dato fastidio.
Mi additate come falso. Mi dite che ho violato delle regole. Volete il mio passaporto e non mi spiegate perche' sono stato cancellato, che norme ho infranto?. Li' per li' stavo per mandargli la foto del passaporto, ansioso di riavere la mia pagina, pero' poi pensandoci mi sono fatto qualche domanda, ma perche' ti devo provare io la mia esistenza? Perche' non ci provi prima tu a capire se sono un troll o un account reale? Sei tu Facebook che dovresti baciarti i gomiti tutte le mattine perche' ci registriamo non noi che ringraziamo te di esistere. Noi siamo il tuo successo non tu il mio. Per farla breve ho mandato un gentile "suca" a Fred di facebook e mi sono aperto un nuovo profilo. Cosa ho sbagliato prima? Ovvio, forse ho raccontato verita' scomode che tutti sanno sulla pagina del nostro politico immortale. Me ne faro' una ragione e anzi, grazie a questo fatto mi faro' anche un account fake per fare quello che piu' mi sembra giusto. Non hai rispetto per me che sono parte integrante del tuo successo? Non merito nemmeno delle semplici spiegazioni , bhe' allora io non ne ho per te Facebook e quindi via di troll!

Fantastico, nella mia vita ho collezionato piu' espulsioni io di un pugile che si improvvisa calciatore. Ricapitolando, asilo dopo tre giorni fuori perche' piangevo tutto il giorno. Elementari e medie calma piatta. Anni del liceo in sequenza lasciato a casa dal Bottoni scuola cellina per il mio carattere terribile e la mia mania per le manifestazioni, poi Severi dopo 4 mesi, stessa cosa, Enrico Fermi dopo forse 2 mesi, l'errore qui era che la scuola era proprio al fianco all'oratorio di via Verga! Collegio San Francesco dopo un anno..ho fatto di tutto compreso suonare le campane a festa con tutti i motivi possibili immaginabili, io e Canu Pietro abbiamo svegliato Lodi la domenica mattina con funerali e matrimoni in contemporanea, rave party al Sanfra! e poi allontanato dal mio primissimo impiego estivo, meccanico alla Biella Auto perche' ero stato la rovina dell'officina e del magazzino, ma qui ci torneremo piu' avanti.. e via via fino a Facebook collezionando Cartellini Rossi per una vita. Tranne che dalle donne, rara fortuna. Qui venivo perseguitato dai sensi di colpa per averle fatte soffrire, peggio ancora!!

Fortunatamente ho collezionato espulsioni che ricordo con sorrisi enormi, questi cartellini sono la spina dorsale della mia vita e sono fortunato nell'aver guardato sempre il lato positivo, il lato goliardico perche' altrimenti a quest'ora forse sarei stato a San Patrignano a scrivere questo racconto per giustificare delle dipendenze, e fortunato ad avere sempre una famiglia alle spalle che mi ha tirato fuori dai guai senza pensare troppo alle mie responsabilita'. Prima o poi tornero' anche a scrivere degli anni della scuola.. prima o poi.

Per adesso e' meglio limitarsi a scrivere il Cartellino Rosso Mi piace, gergo di FacciaLibro.
O forse il pompiere dell'isola che non c'e' e' fan del cartellino rosso, ancora meglio.
Consapevole che l'ammonizione se guardata senza lacrime puo' essere un buon punto di partenza per una nuova avventura. E consapevole anche del fatto che con questa nuova ammonizione forse ho finito il mio alboom dei cartellini e sono pronto per la nuova collezione, speriamo solo che non siano certificati medici.

In diretta dall'isola che non c'e',il pompiere espulso ma felice.



venerdì 21 maggio 2010

Riassunto

Si riparte!
Periodo leggermente sfortunato, il mio super Mac mi ha lasciato. Dopo un anno ha mollato il colpo, scheda logica fusa. Sono rimasto triste almeno una settimana ma poi complice il mio compleanno come per magia mi e' stato recapitato un nuovo mezzo da lavoro! Ed eccommi di nuovo qui.

Riassunto veloce.

In cuffia Coldplay.
Fuori albeggia, vento fresco e profumo di mare.

Sara' almeno un mese che non metto mano al blog e devo essere sincero mi e' mancato parecchio. E' stato un mese con qualche sfortuna, vedi mac da buttare e qualche problemino di stomaco, in piu' a Bangkok c'e' aria di rivoluzione.
Qui sull'isola tutto scorre lento, il caldo e il sole mi hanno fatto compagnia ed ho impiegato il mio tempo principalmente ai fornelli con discreti risultati. Io e la mia ragazza in piu' tutti i giorni dedichiamo un paio d'ore ai nostri rispettivi corsi di Italiano per lei e Thai per me e non vi nascondo che c'e' da ridere a guardarci ed ascoltarci!

Ero rimasto a Penang, si.
Il viaggio di ritorno e' stato molto piu' bello, la voglia di tornare era tanta. Degno di nota e' stato il battello che ho preso di notte per tornare sull'isola. Tutto in legno a due piani, anzi due 1/2 piani che parte alle 23 ed arriva alle 5e30 di mattino sull'isola. E' stato in assoluto il viaggio piu' bello che ho fatto qui in Thailandia. Notte fonda, stelle a milioni, luna quasi piena ed il dolce viaggiare del battello, lento, romantico che mi riporta a casa dalla mia pazza fidanzata che presto sara' mia moglie, spero presto! Sul battello diversi giovani che andavano al full moon, gia' sbronzi e pronti al delirio, guardandoli non so perche' mi sono sentito un po' vecchio! L'unica cosa che mi ha un po spaventato e' stato ascoltarli mentre parlavano di droghe e soprattutto ascoltare quelli gia' esperti che vendevano al gruppo l'isola come se fosse una via di Amsterdam. Erano convinti che fosse tutto non proibito.. li ho lasciati nella loro convinzione, non avevo voglia di parlare di cose troppo serie.. mi sono riaccucciato ed ho fatto finta di dormire. Le stelle erano molto piu' interessanti.

In un mese ho anche preso una serie di spunti per i prossimi post, speriamo non si fonda anche questo computer!

Un abbraccio sincero,
a.

martedì 6 aprile 2010

Penang

Finalmente a Penang!
sono circa le 11 di sera e il minibus ci lascia in zona Chinatown come da richiesta dell'amico spagnolo. Giriamo diverse guesthouse ma sono tutte piene purtroppo, la guesthouse che lui consigliava era il "banana". Il nome non prometteva bene ma l'ingresso non era per niente male..ma niente letti! Iniziamo a camminare a caccia di due stanze e le troviamo in una traversa, anzi, in un interno cortile abbastanza nascosto e buio, proprietario un cinese. Al bancone suppongo il boss della guesthouse, un uomo molto grasso a petto nudo, tette con capezzoli a punta, diversi nei pelosi sul petto, collana d'oro, orologio d'oro. bracciale d'oro e ciliegina sulla torta prugnatismo absburgico con tic nervoso agli occhi. Ah, si certo dimenticavo, parcheggiato in cortile un bel Mercedes (o una bella Mercedes?) anni 90. Se non avessi avuto un estremo bisogno di riposo non mi sarei mai neanche fermato a chiedere il prezzo, ma era tutto pieno e lui, caso strano aveva tutte le stanze vuote. Anzi, piu' che strano, era pazzesco.

Prendiamo due stanze e saliamo a vederle, il boss tra l'altro molto gentile ci fa anche scegliere. Saliamo per una rampa di scale in legno molto larga che ci porta al primo ed unico piano. Un corridoio con le stanze, in fondo come al solito i bagni. La stanza era incredibilmente bella per quanto fosse degradata, sembrava un degrado voluto e cercato piuttosto che dato dalla mancanza di amore per il proprio albergo. Un letto con un materassino alto una decina di centimetri, un lavandino taglia piccola a maculato bianco e marrone zozzo, una sedia senza una gamba di plastica, un finestrone con lenzuolo-tenda con vista muro a 3 metri e a completare l'opera al di la' dello sporco ovunque (ma quello vero, non la polvere!) una marea di vernice bianca ovunque secca sul paviment di legno. Era evidente che l'imbianchino aveva usato "un grande pennello" ma senza il giornale. Sembrava la stanza in cui Leonardo di Caprio dorme una delle prime notti a Bangkok nel film "the beach".
Dimenticavo, i muri non finivano al soffitto, le stanze erano praticamente comunicanti e il ventilatore ovviamente non andava. Il boss ci ha detto che era un guasto temporaneo anche se visti gli interruttori del dopoguerra secondo me quel ventilatore ha fatto aria a clienti che adesso fanno compagnia ai miei carissimi nonni! Ma.. c'e' sempre un ma, il prezzo era veramente positivo, 20 ring a notte.

La prendo. Affare fatto.

Appoggio lo zaino, ringrazio e mi preparo per una bella doccia fresca poi cena. Non essendoci, ovviamente, bagno in camera molto diligentemente mi spoglio con asciugamano in vita vado a caccia delle docce. Ci ho messo almeno un quarto d'ora per trovarle, sinceramente non pensavo che si potessero installare delle doccie sopra le turche che puzzavano come un letamaio. Forse e' stato l'odore a farmi perdere l'orientamento. E' stata la doccia piu' veloce della mia vita ed e' stato automatico pensare a mia madre. Chissa' perche'! Comunque mi sono sentito Rambo, esperienza da fare.

Bermuda e maglietta pulita e si parte. Decidiamo per l'Indiano, pollo e altre pietanze, mi sono fidato ciecamente dello spagnolo ed ho fatto bene, ho mangiato come un porcello ed ho speso pochissimo in tutto circa 180 bat.. compresa figura del cavolo con richiesta vino e birra. Non sapevo che in Malesia fosse vietato bere nei ristoranti alcolici, ma meglio cosi'.
Dopo la cena in realta' ero stanchissimo ma visto che ero senza la mia ragazza non mi sarebbe dispiaciuto fare un giro in qualche pub ma lo spagnolo ha bocciato tutte le mie proposte senza nemmeno rifletterci, troppo stanco. Non ci resta che andare a dormire.. anche se prima mi sono fermato in un bar e mi sono comprato una bella birra taglia xl.

Entrato nella mia suite, mi scolo la mia birretta, telefonata da buon fidanzato e poi crollo totale. Una notte senza sogni prima dell'unico giorno a Penang. Purtroppo la donna rompe le palle e pretende che torni prima possibile, posso capire anche il perche' dopo quello che abbiamo passato pero' l'idea del viaggio di ritorno mi uccide. Vorra' dire che al prossimo "visa" mi inventero' l'obbligo di stare fuori 3 giorni! E domani Penang!

mercoledì 17 marzo 2010

Direzione Penang in bus, Malesia.



Finalmente e' arrivato. E' un minibus 12 posti piccolissimo.
Mi viene da piangere.
Carichiamo i bagagli, io salgo per primo poi piano piano tutti gli altri. E' un minibus psichedelico, sedili in pelle viola, tende rosa, soffitto amaranto. Orrendo. Considerato il fatto che ci dovro' stare seduto per 8 lunghissime ore me lo dovro' far piacere per forza. Ovviamente e' al completo. Prima fila guidatore e due donne thai sulla trentina, seconda fila inglesi due donne e un ragazzo giovane, suppongo siano mamma nonna e nipote, altre tre persone nazionalita' ignota forse svedesi e dietro in ultima fila io e due ragazze belle robuste di colore, americane. Una condanna. Volevi risparmiare, adesso t'attacchi. Una costante, gli sguardi delle persone sono rapiti dai colori del minibus, e pare che il proprietario ne sia entusiasta!

Il viaggio parte bene, incastrato tra il finestrino e la mia ingombrante vicina sono riuscito a trovare una posizione "comoda" per dormire, penso di essere crollato dopo circa un centinaio di kilometri anche se mi sono dovuto impegnare piu' di un monaco tibetano per rilassarmi.

Arriviamo ad Hat Yay nell'estremo sud della Thailandia circa in 7/8 ore, il viaggio e' stato durissimo. In realta' io pensavo di essere gia' a Penang, mi sbagliavo, eravamo solo alla frontiera. Una volta scesi e oltrepassata la frontiera siamo finalmente in Malesia! Timbro sul passaporto e sorpresa! un altro minibus! Pero' questo minibus e' da favola, interni in pelle beige, posti comodi e larghi, impianto stereo degno di una discoteca tv e dvd! Facciamo altre due ore circa di tragitto immersi nel buio della Malesia e poi magicamente il ponte che collega l'isola di Penang alla terra ferma. Mille luci e palazzi alti, moderna e stupenda da lontano, gia' mi immagino a spasso per la citta'.

Le ultime ore di tragitto le passo chiaccherando con un ragazzo spagnolo molto simpatico che fa l'istruttore di sub a Krabi e decidiamo di cenare e cercare l'albergo insieme una volta arrivati. Se devo dirla tutta il viaggio e' stato un inferno la prossima volta prendero' sicuramente un aereo ma adesso come adesso non mi pesa molto, sono troppo contento di essere arrivato sano e salvo in Malesia! Quindi non mi rimane che cercare un albergo e ci sara' da ridere..

Per il momento e' tutto, saluti dal pompiere viaggiatore.

lunedì 15 marzo 2010

Direzione Penang, Malesia.



Ore 5e25, suona la sveglia e' buio fuori, il vento soffia leggero.
Grilli e qualche gallo che soffre d'insonnia come colonna sonora.

Metto nello zaino piccolo un paio di boxer, una bermuda verde militare, una maglietta, un paio di calzini, il telefono, lo spazzolino, i soldi, il passaporto e le sigarette con l'accendino. Mi faccio una doccia veloce, la mia ragazza mi obbliga a fare colazione, un bacio e corro all'appuntamento col taxi davanti al 7/11.

Sulla strada nessuno.

Alle 6 puntualissimo arriva il taxi, salgo dietro nel cassone del pick up direzione porto. Caffe' caldo appena comprato e nicotina, la colazione del campione e' servita. In meno di 15 minuti sono al porto, il traghetto e' ormeggiato mi siedo fuori e aspetto che aprano i cancelletti per l'imbarco. Non siamo molti in attesa, due coppie di fidanzati e diverse piccole comitive di amici semi ustionati e un po rincoglioniti, suppongo a fine vacanza viste le enormi valigie che si trascinano. Pazzesco, ma perche' non sicomprano gli zaini? Il sole lentamente inizia la sua salita, giornata nuvolosa, vento che porta pero' uno squisito profumo di mare.

Ore 7 si parte, saliamo a bordo del traghetto che ci portera' sulla terra ferma. Traghetto niente male, due opzioni di scelta per il viaggio, posto coperto con semi-lettino al primo piano o tetto e cielo aperto. Ovvio, vado sopra e mi godo l'alba. Appena seduto mi accorgo di aver fatto un ottima scelta, aria fresca in faccia, un mare che sembra dipinto e un alba dietro alle nuvole che mi regala i primi brividi della giornata. Ovviamente sono l'unico, ma non mi dispiace. Colori dal viola al giallo, il lento viaggiare della nave, il profumo del mare, prendo il telefono metto le cuffie e faccio partire i Subsonica,"Nei nostri luoghi". Chiudo gli occhi ed e' magia. Due ore di paradiso nel paradiso.

Arriviamo a Surat thani alle 9e30 circa, appena scesi veniamo dirottati verso un grosso bus molto comodo ed accogliente, trovo il mio posto mi siedo e con molto piacere noto che nessuno prende posto al mio fianco, dev'essere quest'enorme scorpione che ho tatuato sul collo, almeno serve a qualcosa. Mi spaparanzo sui miei due sedili e mi lascio andare al sonno. Speravo effettivamente di risvegliarmi in Malesia ma purtroppo i miei sogni vengono interrotti dopo circa un ora. Scendiamo dal grande bus da 60 posti davanti ad un piccolo chiosco-ristorante-biglietteria. Il mega bus comodo si allontana e qualcosa nella testa mi dice che forse era meglio prendere l'aereo. Bhe' ma perche' disperare, mi prendo una bella coca-cola ghiacciata e un pacchetto di patatine, a pancia piena si dorme meglio.

Ore 11e30. E' un ora ormai che siamo in attesa, niente. No bus, no macchine. NIente.

Ma io non vedo l'ora di partire, voglio passare la frontiera, voglio assaggiare la Malesia. Mi tremano quasi le gambe, mi verrebbe quasi voglia di partire e andare a piedi. Mi accendo una sigaretta. Le attese mi innervosiscono.
E se penso che due anni fa non sapevo nemmeno dove fosse la Malesia. Due anni fa ero seduto davanti ad un computer a sognare di diventare un Dio della pubblicita'.. e invece eccomi qui ,seduto su un marciapiede in Thailandia, circondato da sconosciuti in attesa di autobus che mi portera' a vedere un altro piccolo pezzo di mondo, l'ennesimo pezzo di un puzzle. Ma la domanda che mi assilla e' che cosa mi mostrera' il puzzle una volta finito?

Iniziamo a prendere il bus, poi se ne riparla.

martedì 2 marzo 2010

Bianco, nero, abbronzato, pallido. Di che colore vuoi essere?



Sole caldo e bastardo. Leggera brezza.
Silenzio, qualche auto in lontananza.
Faccio partire i Massive Attack, rigorosamente in cuffia.

Ci copriamo sempre di ridicolo noi umani. Siamo gente strana e spesso il nostro colore parla al postro nostro. Ormai e' un anno che vivo dall'altre parte del mondo e una delle cose che mi ha stupito di piu' e' quella che vi sto per raccontare.

Appena arrivato, sotto il caldo sole Thai, il mio primo pensiero e' stato "abbronzatura". Sono diventato nero come un marocchino nel giro di una settimana. Impegno e costanza, birra e sigaretta, asciugamano e olio. Il mio nuovo colore mi piaceva. Mi piaceva forse di piu' l'idea che le persone mi guardassero come uno che era gia' un bel po' che se la godeva in spiaggia. Stupidi pensieri come al solito. Ma nel giro di pochi mesi, vivendo, parlando, leggendo mi sono reso conto che stavo facendo la figura del pirla, tanto per cambiare. Perche'? Bhe' dall'altra parte del mondo non e' l'abbronzatura che piace, anzi, non piace per niente.

Stupore.

In questo paradiso della normalita' e' la pelle bianca a vincere. Qui, il colore biano latte non e' considerato come da noi malaticcio, ma al contrario e' considerato elegante, regale, pulito, affascinante. Alle donne Thailandesi piace essere bianche latte, in televisone passano spot di donne bianchissime quasi trasparenti, le super star sono quasi tutte molto bianche, e io ero un carboncino. E mi piacevo. Insomma, tutta la fatica e la costanza, che per una volta nella vita avevo avuto, mi viene distrutta nel giro di pochi mesi. Ma non ne ero ancora molto convinto, quindi sono passato al contrattacco. Abbronzo la mia donna thai, lancio una nuova moda, scatta la rivoluzione.

E' stata una guerra, con mezzi trucchetti ho tentato di farle superare la soglia dell'ora sotto il sole, da.."facciamo il morto in acqua?" a.." vieni, andiamo a cercare un po di conchiglie che facciamo una collana", uno stratega con un obbiettivo chiaro e preciso, ma ben presto la guerra e' stata persa e la mia rivoluzione si e' trasformata in una Waterloo thailandese. E mi sono sentito ancora piu' pirla. La sera comunque si copriva di borotalco.. e io di crema, si ma quella per le ustioni.

Leggendo la storia di questo splendido popolo me ne sono fatto una ragione e col tempo, sono stato io ad effettuare l'ennesimo cambiamento dentro la mia folle testa. Adesso sono color naturale, come mamma mi ha fatto, non bianco perche' non lo potrei mai essere, ma natuarale, abbronzato dal sole che prendo nel tragitto per fare la spesa, da quello che prendo mentre nuoto o mentre mi godo il tramonto con la mia inseparabile birra Chang. E mi ritorna in mente.. tutto il tempo perso sdraiato sull'asciugamano in toscana, la sofferenza, il caldo, il mal di testa, la puzza d'olio, le mani appicicaticcie.. per un colore che non e' il mio e che ben presto avrei perso. Per non parlare dei soldi spesi in lampade, e quel triste risultato faccia nera corpo bianco. Mio Dio, che brutto che ero. Sembravo montato con corpi diversi.

Piu' passa il tempo e piu' la vita che facevo in Italia mi sembra piena di inutilita', stupide manie, paranoie da grande schermo, rincoglionimento da tubo catodico che sono felice veder scomparire giorno dopo giorno. E poi lo chiamano terzo mondo.

Ma siamo proprio sicuri che questo sia il terzo mondo?


Un saluto dal Pompiere che ha ritrovato il suo colore.
In diretta dall'isola che non c'e'.

domenica 21 febbraio 2010

Famiglie allargate.


Sole accecante.
Profumo di natura.
Silenzio rotto solo dai grilli.

La famiglia e' un capitolo importante nel grande libro della mia vita, mi sembrava ingiusto non parlarne, almeno in generale. Condivido con la mia famiglia gioie e dolori, cibo, feste, partite de Milan, storiche ubriacate in terrazza, insomma la famiglia e' tutto. E quindi scrivo.

Non avete idea di quante anime possano vivere in una palafitta monolocale a pochi metri dal mare, e in quanti possano godere delle sue ombre, dei suo spazi. Bhe' ci siamo io e la mia futura mogliettina ovvero papa' e mamma e occupiamo a pieno titolo tutto il suolo. Sparsi per la casa ci sono i nostri figli gechi, al momento sono 7 ma viste le loro continue effusioni d'amore pensiamo che presto potremo assistere alla nascita di un nuovo gechino. Sono simpatici ed emettono dei suoni molto tropicali soprattutto mentre strombazzano in bagno. In cucina vive in pianta stabile un bel ragnetto giallo, e questo ci garantisce la liberta' da parecchie zanzare, anche perche' la sua ragnatela e' veramente enorme. Non e' molto partecipe alla vita della casa ma comunque possiamo esse felici della sua presenza. Diciamo che e' un ragno che non rompe le palle, in linea con l'isola.

In cortile invece tutta un'altra musica. Il cortile e' sempre in festa.
In sequenza 3 galli, 7 polletti grassocci, 8 galline di cui una mamma con 7 adorabili pulcini. Sono uno spasso, divertenti e simpatiche le galline, i galli autoritari e di gran classe e i polli... bhe' i polli sembrano una comitiva ubriaca di filippini. Da notare che si spostano quasi sempre a gruppi separati tranne i galli che importunano spesso le galline. L'unico momento in cui li puoi trovare tutti allegramente insieme e' al mattino verso le 11, quando la palafitta fornisce a loro ombra proprio sotto il letto di mamma e papa'. Spesso pero' preferiscono salire e starci piu' vicino (calore della famiglia e voglia di tenerezza) tant'e' che si appolaiano proprio sulle nostre scarpe.. e sempre piu' spesso ci lasciano persino qualche uovo. Direi che sono anche molto generosi i nostri figliocci.

Ma la vera superstar e' l'iguana. Generalmente sta attaccata alla palma che si vede dalla finestra dietro il letto ma spesso passeggia per il cortile e la si puo' incontrare per scambiarci quattro chiacchere alla fontana nei pomeriggi piu' caldi. E' di poche parole ma sempre molto saggia. Non va molto d'accordo col popolo delle galline per via delle uova ma non abbiamo mai notato particolari litigate se nn qualche battibecco. E con delle galline pettegole ce lo si puo' aspettetare.

Direi che non manca nessuno, l'appello e' stato fatto, le presentazioni anche. Penso di aver onorato la famiglia con questo racconto e comunque se verrete e se troverete mai la strada per l'isola che non c'e' potrete poi anche chiaccherarci di persona. Non siamo genitori gelosi e non rompiamo le palle, siamo in linea con l'isola.

Per oggi e' tutto, un saluto dalla famiglia dell'isola che non c'e'.
Il vostro pompiere.

sabato 20 febbraio 2010

La grande domanda.



Oggi piove.

Mi e' capitato ormai troppe volte per non parlarne.
Accade sempre quando conosco gente nuova, seduti intorno al fuoco. Tutti vogliono sapere chi sono. Ma quando scoprono chi sono sembrano tutti contrariati. Alla persone non piace la mia vita? Sono tutti pronti a giudicare, perche' la mia scelta non e' "normale". Ma cos'e' normale?

La notte arriva sempre veloce sull'isola che non c'e', e spesso ci si trova a consumarla in riva al mare, con un fuoco acceso, qualche spiedino, una chitarra, e la splendida luce delle stelle. Ma spesso questo non e' sufficiente per condividere un momento di spensieratezza, le persone vogliono conoscersi, confrontarsi e paragonarsi. E qui nascono i miei problemi. Si, perche' se fosse per me starei in silenzio e mi godrei il momento, non me ne frega proprio un cazzo di sapere chi sei e cosa ti ha portato qui, piuttosto mi interessa vedere che godi dei miei stessi piaceri. Ma per loro non basta. E partono le domande...

Ma quanto ti fermi qui?...."vivo qui..."
Perche'?...."Come perche'? ...perche' ci vieni in vacanza?"
E che lavoro fai? ..."Niente, adesso penso solo a me stesso"
Ma come non fai niente??!? Non senti il bisogno di fare qualcosa per la societa'?
In Italia che facevi? Come puoi vivere senza lavorare? Dobbiamo fare tutti qualcosa...

Perche'? Perche' ti da cosi' fastidio che io sia riuscito a trovare la porta per uscire da quell'ingranaggio tremendo che mi stava risucchiando e consumando. Perche' devo fare qualcosa per gli altri.. per la societa'. Ma chi cazzo e' questa societa'? E soprattutto perche' devo regalargli la mia vita? Perche' devo lavorare 12 ore al giorno per quattro monete? Perche' devo alzarmi tutte le mattine allo stesso orario e trovare tempo per me solo quando mi viene concesso? Sai una cosa, adesso sono io che ti concedo il mio tempo, non elemosino piu' ore libere. Da oggi ogni secondo e' mio e solo di chi se lo merita, questa e' la verita'. Ma tu non lo puoi capire. Ma come puoi pensare che io possa vivere sugli umori di altri? Su i tempi dettati da gente che neanche conosco?

Ma io una soluzione ce l'ho.

Per evitare questo trauma nelle persone, ho la risposta. Quando mi chiederanno chi sono, rispondero' io sono Alessio, il pompiere. Solo mia madre sa' il perche'.. e se sarai furbo capirai, altrimenti mi darai dell'eroe. Proprio cosi, da oggi, sull'Isola che non c'e' vive Alessio il pompiere. Perche' e' proprio da qui che la mia vita riparte, dal mio primo sogno, dal mio primo desiderio.

Il pompiere.
In diretta dall'Isola che non c'e'.

mercoledì 10 febbraio 2010

Non cercatela, tanto non esiste.



Ore 14.
Sono semisdraiato sul letto.
C'e' profumo di legna bruciata, forse palme.
Fuori silenzio, il sole caldo invoglia alla pennica.

A quest'ora qui non si muove una foglia. Sull'isola la vita comincia tardi e finisce presto. Puoi vedere tutti negozi aperti solo alle 16. Ma nessuno sente la necessita' di andarci prima. Alle 21 sono gia' chiusi. E anche di questo nessuno si lamenta. Il movimento e' rilassato, le facce sono sorridenti, il profumo della natura e' nell'aria. E' bello alzarsi presto al mattino, l'aria e' fresca e il silenzio e' rotto solo da qualche gallo che canta. La spiaggia e' quasi fredda, solo qualche resto di falo', e' vuota e silenziosa. Il mare piatto come una tavola sembra appena verniciato, qualche pescatore in lontananza, e le sagome di altre isole. Ma nessuna e' come questa.

I primi amanti del mare arrivano verso le 10, c'e' chi si sveglia e si ributta sull'hamaca, e chi scende e si butta direttamente in mare. Ma in silenzio, senza urla, o capriole o versi da re della jungla. Perche'? Non lo so', e' magia. Forse chi scopre quest'isola si innamora e quindi la ama e la rispetta. E' l'unica risposta che mi sono riuscito a dare. E intanto la natura suona.

Alle due del pomeriggio, il sole scalda ed addormenta il ritmo. I grilli sembrano impazziti, e cantando aiutano il riposo. Perche' la notte e' vicina e piena di sorprese. Verso le cinque il centro si anima, lo raggiungo in motorino, sono cira dieci minuti di strada, o tra le palme dell'entroterra o sul mare, lungo la spiaggia. In centro c'e' tutto, di recente ho trovato persino un negozio di prodotti tipici italiani. Tante bancarelle con mangiare in tutte le salze, frutta, dolci, fritto. Il paese dei balocchi per golosi. Per non parlare dei negozietti di vestiti, teli, utensili, tutto. Non manca niente e in piu' costa tutto pochissimo.

Una breve spesa, e torno nella mia piccola casetta a cucinare.
A milano lo chiamerebbero volgarmente "monolocale palafitta ", ma per me e' una reggia. E in piu' ha l'hamaca. Dopo cena inizia la notte. A te la scelta, festa e musica, cena sotto le stelle, falo' con spiedino, casa e tv, donne e birra. Qualsiasi sia la tua scelta non ti dimenticare mai di non rompere le palle. Non sono graditi rompipalle sull'isola. Non puoi essere capitan uncino.

Una sola regola, semplice, che tutti seguono.
Non e' magia, e' amore.

martedì 9 febbraio 2010

Ricominciamo col piede giusto, il sinistro.




Ho apportato qualche piccola modifica, la prima...
ho eliminato la pubblicita'.
Presto il primo post della nuova alba,
il nuovo anno sull'isola piu' bella del mondo.
A presto,
a.