giovedì 1 luglio 2010

Repubblica delle banane?


E' sera, vento fresco.
Musica Chill, profumo di soffritto, sono all'opera.

Pur vivendo dall'altra parte del mondo, pur avendo scelto di scappare da quel sistema che mi stava imprigionando la mente e pur avendo promesso di non fare mai riferimento in questo blog ad episodi di cronaca e politica non riesco proprio a sottrarmi dallo scrivere un piccolo post e una piccola riflessione su quello che la mia amata Italia sta passando. Tutto suona assurdo, tutto e' ai confini della realta'. Non voglio entrare nel merito degli schieramenti politici, non voglio parlare di comunisti e fascisti (anche se di fascisti in Italia secondo me adesso come adesso non c'e' ne' nemmeno l'ombra) voglio semplicemente descrivere il senso di repulsione che le notizie di questi giorni provocano in me. Ho letto del processo di Dell'Utri, e mi sono vergognato di essere italiano. Gia' provo vergogna per il governo, che ci regala figure di merda internazionali e in piu' leggo della condanna, che verra' sicuramente ridotta in cassazione a 5 anni, ad uno dei due testoni che fondo' Forza Italia, nome tra l'altro rubato allo slogan della vecchia DC.

Associazione Mafiosa.

Se l'Italia fosse un paese normale, Marcello Dell’Utri oggi si troverebbe in carcere, settore: detenuti per mafia. Poiché, invece, l’Italia è nelle condizioni che conosciamo, il mafioso Marcello Dell’Utri, riconosciuto tale di nuovo pure dalla Corte di appello di Palermo, continua a sedere in Parlamento. Ma scendiamo nei particolari.

Marcello dell'Utri e' stato un mafioso fino al 92, dopodiche' .. santificato a politico. E fino al 92 pare logico che finanzio' Silvio, e che quest'ultimo con codesti quattrini ci apri' Milano 2 e tre reti televisive regalandoci donne nude a go-go. Aspetta, ma di e' stato giudicato "l'onorevole"?
A certificare per l’ennesima volta la mafiosità di Dell’Utri è stato un collegio giudicante che tutto poteva sembrare tranne una corte marziale: un presidente il cui figlio ha ricevuto un importante incarico fiduciario dal sindaco di Palermo, compagno di partito di Dell’Utri; un giudice già corresponsabile dell’erronea assoluzione di Giulio Andreotti per fatti di mafia per i quali l’ex presidente del consiglio è stato poi definitivamente riconosciuto responsabile; l’altro giudice che, a dire dei suoi precedenti, deve aver vissuto con fastidio la lunghezza della camera di consiglio finale.

Con la sentenza, prendiamo atto, tutti quanti, dell'alto tasso di mafiosita' del nostro parlamento.

Ecco, allora, che il certificato di mafiosità confermato in capo a Marcello Dell’Utri deve servire per riprendere ed approfondire l’analisi sulla nascita, nel sangue delle stragi mafiose del 1992 e del 1993, della cosiddetta seconda Repubblica. Si potrebbe dimostrare di essere un Paese civile consentendo, senza l’adozione di misure legislative filomafiose e criminogene, ai magistrati delle Procure di Palermo, Caltanissetta e Firenze di lavorare con serietà e serenità all’individuazione dei mandanti finora a volto coperto di quelle stragi e dei responsabili di quella criminale trattativa sviluppatasi a quel tempo fra Cosa Nostra e pezzi dello Stato. E che la sentenza di oggi serva anche alla più alta Magistratura del paese per assumere consapevolezza della drammaticità dell’organico abbraccio fra settori dominanti della politica e organizzazioni criminali e per non abdicare al proprio ruolo quando sarà chiamata a vagliare la promulgazione di atti normativi votati da favoreggiatori della mafia come Salvatore Cuffaro, da camorristi come Nicola Cosentino e da un Parlamento in cui la maggioranza è guidata da un partito il cui ispiratore è il mafioso Marcello Dell’Utri e il cui riferimento ideale e politico si chiama Vittorio Mangano.

Vittorio Mangano, pluriomicida che sciolse persone nell'acido, morto in carcere e' stato definito un EROE da Marcello Dell'Utri.

Le reazioni di Bossi che defini' un mafioso Berlusconi nel 98 sono sconcertanti. Dice testuali parole "ma non era mica un mafioso quando e' entrato in politica".
L'UDC si cela nel silenzio.
E Alfano? Ma certo Alfano si ingegna e progetta un estensione del suo squallido lodo. Uno scudo, io lo definirei piu' un paraculo che uno scudo, a difesa dei ministri, intoccabili anche con processi iniziati prima della carriera. Che dire?

Che ne pensate se ci piazzassimo Riina in parlamento? Tanto, con l'estensione e' salvo anche lui se viene fatto ministro. Ma dove siamo arrivati?
Una repubblica delle Banane? Non scherziamo, questa e' la Repubblica dell Lupara che scrive decreti a suon di pizzini.

Baciamo le mani.

In diretta dall'Isola che non c'e', un pompiere con i coglioni girati.
Sempre con il cuore,
a.

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